giovedì 4 agosto 2016

L'equilibrio



E' difficile prendere coscienza di quanto il disturbo possa essere così invasivo nella mia esistenza.
Ora conosco molte più cose di me stessa... del mio modo di intendere le relazioni, del mio modo di concepire la vita e i relativi successi e fallimenti.
Ma pur essendo cosciente del fatto che la maggior parte dei miei fallimenti è conseguenza degli schemi mentali che per anni mi hanno dato questa visione distorta dell'esistere, a volte mi ritrovo disarmata di fronte alla mia impulsività.
E' come se il mio lato oscuro prendesse il sopravvento...è come se avessi cominciato a conoscerlo, ma ancora non riuscissi totalmente ad accettarlo.
E di fronte all'ennesimo insuccesso,  che per me è ancora sinonimo di catastrofe,  mi ritrovo a darmi la colpa... a volermi annientare, persa in quella sensazione di non voler più esistere.
In questi momenti non vedo altro che la mia parte oscura, così imponente e così pesante e monolitica.
E' come se la sua ombra riuscisse ad ostacolare la visione di quanti mi stanno accanto, delle persone che vogliono aiutarmi, nonostante la difficoltà del vivere accanto ad una persona che da un momento all'altro non è più la stessa.
I farmaci mi stanno dando una mano, non ho mai avuto un'eccessiva fiducia nella chimica, ma riconosco che se non li prendessi i momenti di sconforto sarebbero ancora più difficili da gestire.
Oggi mi chiedo per quanto tempo ancora dovrò impegnarmi a rimanere in bilico fra la normalità e la follia... per quanto tempo ancora dovrò fare i conti con la mia mente e con il suo andare alle volte alla deriva.
Forse si tratta solo di portare pazienza e di concedermi il tempo di abituarmi a lasciare andare il dolore che a volte diventa così presente ed intrusivo.



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