giovedì 28 luglio 2016

L'abbandono




Ecco, basta così poco affinché tutto dentro di me crolli

All'improvviso mi trovo naufraga dell'esistenza... dove sono? Dov'è finita la persona che fino ad un istante prima credeva di esistere?

In questi momenti si tocca con mano il vuoto lasciato dall'illusione svanita di aver trovato me stessa.
Forse chi sono sempre stata non ero io.

Forse non ero altro che il riflesso sbiadito e distorto di quello che negli altri vedevo proiettato.

Ci sono cascata un'altra volta. Ho cercato negli altri chi ero e ora che gli altri non sono qui con me, io non esisto se non come fallimento totale.

Non sono altro che una corazza che cela il vuoto.

Non sono che una scorza, un packaging di un prodotto che non ha destinazione d'uso.

Dove sono? Il mondo mi è estraneo e io sono estranea a me stessa.
Il mondo invade totalmente la mia anima con le sue fratture decadenti e terribili.
Rabbia, frammentazione, paura, vuoto.
Quello che è fuori non è altro che il riflesso di quello che sento dentro.









sabato 9 luglio 2016

conoscenza e consapevolezza





In questi giorni leggo e rileggo tutto quello che riguarda il disturbo borderline...
Manuali, articoli, blog, forum... nella maggior parte di questi ti fanno sentire un po come una causa persa...
La sensazione di aver sempre vissuto in una costante situazione dicotomica mi è sempre più evidente.
Da una parte so che gli sbalzi d'umore, il senso di vuoto e la voglia a volte di rifugiarmi dopo le esplosioni di rabbia nelle mie solite modalità di abbassamento dello stress, sono parte del disturbo e non mi appartengono...

Ma conoscere è distante dal raggiungimento della piena consapevolezza...

Perché ogni esperienza del mondo rischia di entrare in te in maniera così invadente da far crollare la tua razionalità. In quei momenti sei un sentire senza mente. Hai il timore che tutto quello che è fuori da te, relazioni e condizioni di vita, possano sconvolgerti a tal punto da farti smarrire.
Quindi a volte riaffiora la necessità di isolarmi da tutto.
Suonare aiuta... perché il tuo isolamento porta comunque a qualcosa di costruttivo. Ti porta a focalizzarti sull'attimo presente... diciamo che è molto meglio del cedere all'impulso di abusare di farmaci o alcol.
Anche scrivere aiuta tanto... ma non sempre riesco, ci sono momenti durante i quali non riesco ad essere connessa con me stessa e la realtà.
In quei momenti dopo la tempesta di pensieri tutto si cristallizza. Per far comprendere agli altri quello che si sente spesso dico di essere annoiata, ma non è vera e propria noia.. è uno stato dove mi isolo totalmente da tutto quello che è esterno e che potrebbe farmi del male.

Insomma tutto continua ad essere bianco o nero, cattivo o buono, salvifico o nocivo...
Ora conosco la causa e se la conoscenza è il primo passo verso la consapevolezza spero che anche il sentire prima o poi si metta in linea con la mente.


giovedì 7 luglio 2016

Il vuoto suadente




A volte il mio cervello fa in modo che il pensiero scorra così tanto velocemente da rendere le cose difficili da circoscrivere ed analizzare.
Un'immagine, un ricordo, una sensazione, un sentimento... tutto si mescola e rende la realtà un non luogo, indefinito nel tempo e nello spazio.
E' difficile per me starci dietro... come posso pretendere che gli altri possano stare al mio fianco?

E' come se percorrendo un sentiero di montagna si cominciasse ad avvertire il rumore di ogni singolo scricchiolio provocato dai milioni di rami mossi dal vento... ogni singolo sfarfallio degli insetti... ogni singolo respiro degli esseri viventi che vi abitano... ogni minima dilatazione delle pietre che si scaldano al sole... e tutto questo non ti rende presente... sei immerso in un minestrone di sensazioni... alla fine ti perdi e non puoi far altro che rifugiarti nel denso silenzio del tuo vuoto.

Il vuoto è dolore e incomprensione... ma a volte è l'unico rifugio che conosci.
Li nessuno può vederti, perché in pochi sanno quello che si prova e diventi inattaccabile.
Sei prigioniero e custode di te stesso, il  vuoto è un falso salvatore della tua anima. Ti prende facendoti credere di essere protetto, ma alla fine isolandoti da tutto ti trasforma nel carnefice di te stesso.

Perdi di vista gli altri... il momento presente, la speranza futura... cominci a confonderti con quel nero profondo che ti ha illuso di essere protetta nella tua diversità e che inesorabilmente ti ha isolato e messa al muro.


Ma poi accade qualcosa di magico... il vuoto sembra svanito e quando riprendi contatto con chi sei veramente, ti accorgi che lui non è più parte di te, ma fuori rimangono i resti delle tue relazioni che quell'oscurità protettrice ha trasformato in carogne dalle quali cerchi nutrimento... e ti rendi conto di aver fallito con tutti per l'ennesima volta... quindi ritorni nel tuo guscio di dolore... perché pensi di non meritare altro che quello.