lunedì 26 dicembre 2016

Borderline e senso di colpa





E' un disturbo bastardo questo... spinge gli altri a pensare che le tue crisi siano atti manipolatori per costringere le persone ad accudirti
Ma solo chi vive con questo vuoto dolore dentro può comprendere il grado di sofferenza che precede e segue ogni crisi...
E' vero... in quei momenti non sei in grado di badare a te stessa... e cominci a fare cose senza senso, il dolore ti porta a vedere la realtà in maniera distorta e arrivi a ferire gli altri perché dentro di te non c'è altro che distruzione.
Ferite, il rischio di perdere la vita, nulla può eguagliare quello che in quegli istanti stai provando ed è come se quell'ombra che hai dentro divorasse ogni luce di speranza.
Anche questa volta sono stata fortunata... ho trovato più di una persona che mi ha riportato fuori da quell'oscurità, ma le cicatrici e il dolore che ho provocato agli altri sono difficili da sanare.
Chi ti ama arriva ad odiarti in quei momenti... perché nessuno si spiega come mai una persona possa d un minuto all'altro tirare fuori il peggio di sé.
A volte mi chiedo come mai mi sia toccata un'esistenza così dura... si è vittime e allo stesso tempo carnefici di sé stessi.
Spero di iniziare presto la psicoterapia perché queste continue ricadute stanno sfiancando me e le persone che mi stanno accanto... e nessuno merita un'esistenza così dura e dolorosa.

mercoledì 14 dicembre 2016

Vuoto



Giorni che non passano.
Ore fatte di tempo vuoto e inconcludente.
Vita che penetra e fugge nel fuoco di un vuoto che brucia e che sa di nulla e d'oscurità.
Lacrime che sciolgono le cera di una maschera di vita normale e banale.
Invoco la pace ma l'orrore dell'ignoto pensiero mi sovrasta
e annulla la voglia di ricominciare a sperare.

giovedì 6 ottobre 2016

Il Reiki come coadiuvante della terapia farmacologica dei disturbi depressivi






Il Reiki è una disciplina giapponese fondata da Mikao Usui. Rei - Ki è giapponese e significa "Energia Vitale Universale". E' una tecnica che si basa sulla concezione olistica della persona, la quale viene concepita come unità inscindibile di corpo, mente e spirito.
Essendo una tecnica di contatto manuale (Touch Therapy) risulta essere molto efficace come tecnica "dolce" di rilassamento e analgesia, ed è stata impiegata per alleviare il dolore, nell'assistenza pre-  e post- operatoria e negli stati ansiosi.
Io pratico Reiki da più di due anni e dalla mia esperienza diretta posso dire che in molte occasioni mi è servita per alleviare il malessere che segue le crisi ansiose e depressive.

L'apprendimento della tecnica contempla tre livelli, ma credo che questi servano per lo più ad acquisire una maggiore consapevolezza di come il Ki possa essere canalizzato dalle mani alla persona che riceve il trattamento.
Ma trattandosi il Ki di un'energia che permea tutte le cose (persone comprese) credo che ciascuno di noi possa trarre giovamento dall' autotrattamento, anche se questo non è stato preceduto da nessuna iniziazione.

Prima di iniziare l'autotrattamento è importante concentrarsi su di sé, sulla percezione del proprio respiro e del ritmo del proprio battito cardiaco, e questo lo si può fare semplicemente chiudendo gli occhi, ponendo le mani al centro del petto e svuotando la mente dai propri pensieri.

Durante l'autotrattamento, che si può eseguire seduti o coricati, si può ascoltare una musica rilassante (suoni della natura, oppure una musica adatta al trattamento Reiki, una di quelle in cui ogni 3 minuti si avverte il suono di un campanellino che ci indicherà quando è il momento di cambiare la posizione delle mani)

Nel momento in cui si è raggiunto un sufficiente stato di calma e si comincia a percepire l'energia che scorre attraverso le mani, si può iniziare l'autotrattamento appoggiando entrambe le mani sugli occhi.
Questo primo contatto genera maggiore chiarezza di pensiero, contribuisce ad eliminare lo stress e a facilitare la meditazione.

Trascorsi 3 minuti si sposteranno le mani sui lati della testa, sopra le orecchie, con le basi delle mani sulle tempie e le dita lungo la curvatura della testa.
Questa posizione armonizza i due emisferi del cervello, aumenta la gioia e la fiducia nella vita.

Poi far scivolare le mani sul retro della testa, tenendola come una palla, con le dita rivolte verso l'alto.Questa posizione allevia i disturbi del sonno, trasmette sicurezza, riduce la paura e calma la mente e le emozioni.

Posizionare poi le mani sui due lati del petto, con le dita a contatto, appena sotto la clavicola.
Percependo il nostro battito cardiaco, aumenterà anche la nostra capacità di amare la vita e di trasformare i pensieri negativi.

Scendendo con le mani, soffermarsi sulla regione inferiore della gabbia toracica, sopra la vita, con le dita a contatto verso il centro, sopra a quello che energeticamente è chiamato plesso solare.
Questa posizione trasmette energia e produce rilassamento, riducendo la rabbia, la paura e la frustrazione.

Posizionare poi le mani ai lati dell'ombelico, sempre con le dita a contatto verso il centro.
Questa posizione aiuta a scaricare le tensioni e le paure, e agisce positivamente nel contrastare gli stati d'ansia e depressivi accrescendo la fiducia in noi stessi.

Alla fine porre le mani al centro del petto, respirare profondamente e riaprire gli occhi.



sabato 1 ottobre 2016

Depressione, borderline e stigma



"Secondo me potresti fare a meno dei farmaci"...
"Non capisco come posso aiutarti"
Queste sono le affermazioni dei familiari più frequenti
E questo non accadrebbe con una tireopatia, nessuno metterebbe in dubbio la necessità di prendere l'eutirox... Ma se il tuo cervello ha qualche problema con la  serotonina, ecco che le persone che ti circondano diventano esperti di qualsiasi cambiamento dell'umore e di qualsiasi sintomo depressivo.
Fino ad ora anti depressivo e anti psicotico sembrano fare il loro lavoro.
Naturalmente sono stati fatti degli aggiustamenti della terapia, ma una crisi ogni dieci giorni... Rispetto alle crisi che mi coglievano ogni quarto d'ora, è un miglioramento.
Continuo ad applicare le tecniche di mindfulness e anche se ancora all'orizzonte non si intravede nessuna psicoterapia,sento che le cose stanno volgendo al meglio.
Anche i suggerimenti riguardo la terapia e l'atteggiamento dei familiari che tendono a farmi sentire una persona incurabile sono uno sprono per non cedere ai comportamenti compulsivi.
La terapia procede... E sento che arriveranno tempi migliori.
È tutto dentro di noi,siamo noi che decidiamo da quali cose farci toccare o meno...
Un abbraccio a tutti quelli che si trovano sul percorso di guarigione o che hanno appena ricevuto la diagnosi... Non siete soli.

Manu.

mercoledì 14 settembre 2016

Mindfulness e disturbo borderline



Di recente ho letto "Mindfulness for Borderline" di Blaise Aguirre e Gillian Galen  ,  un libro che parla della tecnica della mindfulness come supporto alla terapia del disturbo borderline.


Spesso mi sento completamente scollegata dal presente; in preda alle emozioni penso che le cose non cambieranno ma e questo modo di vivere le esperienze attraverso le emozioni e la categorizzazione estrema di quanto mi sta accadendo, spesso mi scollega dalla realtà, tanto che arrivo a cancellare dalla memoria la causa che ha originato quel senso di vuoto che mi ha condotto all'ennesima crisi.

Ma cos'è la mindfulness? E' vivere l'attimo presente con consapevolezza, guardare ciò che si prova senza giudizio e focalizzarsi su quello che ci sta attorno senza trovarsi in balia delle emozioni.
E' una tecnica meditativa il cui obiettivo è focalizzarsi sul presente, sulla vita quotidiana, vivere il qui e ora con la piena consapevolezza di quanto ci sta attorno.

Tipico della cultura occidentale è vedere la sofferenza come uno stato dal quale fuggire e chi soffre del disturbo borderline spesso lo fa apportando nuova sofferenza al proprio stato, abusando di alcool o droghe, abbuffandosi di cibo oppure creando le condizioni affinché le persone che ci stanno accanto da un momento all'altro decidano di abbandonarci.

La Prima Nobile Verità del Buddhismo invece sottolinea come l'esistenza sia sofferenza, quindi in realtà il dolore che noi pensiamo di provare in maniera così esclusiva e forte anche gli altri lo provano, ma a differenza nostra non tentano di fuggirlo, ma lo affrontano con strategie che sono in grado non di amplificarlo, ma di minimizzarlo, consapevoli che quello che sta accadendo non è permanente, ma si tratta solo di un momento che prima o poi passerà, che la gioia e il dolore sono stati della nostra vita in continua fluttuazione.
Il Buddhismo vede a sofferenza con gratitudine, perché testimonianza dei cambiamenti che stanno avvenendo nella nostra vita.

La Seconda Nobile Verità è che il dolore è provocato dall'attaccamento, rimanere aggrappati al male che si è provato in passato, alle esperienze negative e ai traumi che sono accaduti.
Per chi soffre del disturbo questo è un altro punto critico, dato che di fronte al dolore vi è la difficoltà a riportarsi ad uno stato emozionale base.
Inoltre tendiamo ad idealizzare le persone e le situazioni e nel momento in cui queste non riflettono le nostre aspettative il dolore si fa sentire.

La Terza Nobile Verità è che è possibile arrivare alla cessazione della sofferenza.
Nel momento in cui si ha la piena consapevolezza della sofferenza come stato naturale della vita, si supera l'attaccamento e il passato lasciando spazio alla vita, alla gioia e alla felicità.

La Quarta Nobile Verità è che esiste una strada che ci porta al di la della sofferenza.
Una strada che passando dalla consapevolezza della sofferenza, dal superamento degli attaccamenti, dalla compassione verso noi stessi,  ci conduce ad investire una maggiore energia sulle cose che ci apportano gioia e felicità.





mercoledì 7 settembre 2016

Terapia combinata e sbalzi d'umore




Nonostante la terapia combinata è difficile mantenermi su un equilibrio emotivo accettabile.
Ancora me la prendo per piccole cose che agli occhi degli altri sembrano sottigliezze trascurabili, ma che per me sono come macigni che spaccano il cuore.
Mi sento come al centro di tutte le problematiche degli altri, come se la mia sola presenza potesse scatenare tutte le situazioni che fanno male a chi mi sta intorno.
Al mio fianco ho il mio compagno, ma spesso mi chiedo per quanto tempo ancora riuscirà a sopportare i miei sbalzi d'umore, le mie crisi che come tsunami travolgono tutto quello che fino a poco prima avevamo costruito.
Ho il cuore a pezzi e non riesco a trovare la mia anima in questo vuoto immenso...  penso di non essere meritevole di nulla e spero solo che questo ennesimo momento down passi alla svelta.

lunedì 29 agosto 2016

L'importante è finire....




Vorrei che questo vuoto per una volta mi divorasse e non mi facesse più soffrire così tanto.
Vorrei che tutto si esaudisse in una pace senza fine.
Vorrei che Dio mi prendesse con sé una volta per tutte... che mi portasse dove non c'è questa sofferenza... dove tutto è equilibrio e pace.

Sul non trovarsi

Il vuoto riempie la mia anima e i pensieri invadono la mente.
Mi muovo nello spazio fisico alla ricerca dei confini della mia anima... Ma tutto sembra frammentato e disperso.
Noia e vuoto...
Fare le cose senza essere connessi con il proprio presente stanca perché il pensiero va sempre nella direzione del sentirsi falliti e inutili.
Cerco di educare il mio cervello, ma non mi da retta.
È come se un impulso primordiale lo portasse a ripercorrere le stesse strade del passato... Come se non conoscesse altro che il pricipitare nel vuoto.
Il caldo mi infastidisce,sono stanca, ma pur sentendomi esausta sento l' impulso di fuggire da tutto, da me.
Avrei bisogno di esternare quello che sento e provo, ma nessuno è disposto ad ascoltare.
Sono una terra desolata e desertica.

martedì 23 agosto 2016

Crisi e abbandono



E l'ennesima crisi è arrivata... pensavo che ormai i distacchi non potessero più nuocermi... e invece...
Quel vuoto che ingloba e divora tutto si è fatto sentire più forte di prima.
Nulla è più doloroso di quel buco nero massiccio e freddo... nulla... persino morire sembra un sollievo...
e quindi giù di xanax e alcool... non voglio più sentire niente... questo è il mio unico pensiero...
non voglio più sentire le pesanti catene del dolore che stridono nel rumoroso silenzio della mia mente.
Vuoto dentro e intorno  me... silenzio.

lunedì 22 agosto 2016

Crisi

Ennesima giornata no.. Sono molto stanca
La terapia aiuta, ma il vuoto che si accompagna al distacco oggi mi invade totalmente.
E allora partono le telefonate di aiuto,anche se poi ci si rende conto che a nulla serve.
La chimica assopisce il dolore, ma il desiderio di non esistere oggi è così forte
Sento come se la mia anima fosse frammentata, come se il cielo fosse un velo pesante che schiaccia la mia mente e rende insostenibili i miei pensieri.
Mi sento sola... Erramte fra i pensieri che avvolgono il mio spirito.
Nulla
Vuoto

mercoledì 17 agosto 2016





La terapia combinata procede tra alti e bassi.
Anche se a volte non lo do a vedere il vuoto doloroso si fa sentire. Parlo del mio disturbo con le persone perché credo sia importante... Forse sapendo quello che vivono le persone come me altri possono rebdersi conto prima del loro problema e intervenire prima che le conseguenze delle scelte sbagliate possano invadere l'esistenza di altri.
A volte credo di sbagliare... Setaccio contonuamente quello che dico e faccio per non rischiare di cadere negli stessi errori.
È difficile starmi accanto, a volte mi richiudo ancora nel mio guscio e quamdp questo avviene il rischio di cadere ancora in una crisi è tanto.
Ma si procede... Comunque... Nella speranza che quelle crisi si facciano sempre meno frequenti e invasive.

sabato 13 agosto 2016

Il dolore




Spazio chiuso e caotico della mente.
Onde di pensieri s'infrangono fra le tempie stanche.
Il corpo vive ma lo spirito inquieto,procedendo nel suo errare confuso  lo ha lasciato indietro.
Ci sono ombre che la luce dell'Amore fatica a rischiarare e che a volte rischia persino di rebdere ancora più tenebrose.
Sento il suono pesante del vuoto dove persa rotolo fra gli specchi infranti dell'illusione.

mercoledì 10 agosto 2016

Ricaduta





E passata l'ennesima crisi ci si sente svuotati.
Inermi, vuoti, forse pronti per ricominciare il cammino, ma stanchi.
Profonde cicatrici squarciano il corpo e il mio spirito.
Fare i conti con quello che si è a volte è spaventoso.
Spaventa me e chi mi sta accanto, perché improvvisamente si diventa consapevoli di essere funamboli dell'esistenza.
Basta nulla per ricadere nel vuoto e allora la crisi travolge tutti i progressi che fino a quel momento si credeva raggiunti.
Ci si rende conto di essere sempre a rischio di caduta e il pensiero che chi mi circonda possa un giorno non essere più in grado di starmi accanto, amplifica il terrore di quel vuoto che gravita fra la vita e la mia anima.

Abisso



Le unghie stridono sulle pietre della mia anima... pietre grigie e pesanti.
Fredde come il ghiaccio e antiche come il mondo.
Urla strazianti e stridori di denti incarnano il mio dolore.
Vorrei spezzare le corde che mi legano a questi macigni, vorrei risalire dalle acque profonde del mio spirito ma il respiro mi manca e le forze si dileguano nel tentativo di ritrovare la luce.
Il buio penetra il mio cuore che cade come piombo nell'abisso nel mondo.
Precipito nella profondità della mia esistenza.


martedì 9 agosto 2016

Il percorso continua




Ieri visita.
La psichiatra ha deciso di mantenere la terapia combinata. Due giorni fa non sono stata molto bene, ma come tutte le crisi alla fine il dolore si è sciolto e ho ripreso il cammino. Noto un miglioramento rispetto ad un anno fa; ora i "momenti no" si presentano ogni 10 giorni, un bel traguardo rispetto a quando mi ritrovavo in balia delle crisi ogni 15 minuti.
Diciamo che la situazione si sta stabilizzando su un livello umorale accettabile, e per me questo è già tanto.
Questa maggiore stabilità mi permette di focalizzare maggiormente l'attenzione sui miei progetti, di assumermi le responsabilità di quanto mi accade intorno e questo fa si che ciò che mi circonda risulti meno invasivo.
Presenze, assenze, abbandoni e momenti di stasi... questa circolarità che prima era in grado di soffocare con le sue spire il mio animo, continua a presentarsi, ma con un'intensità minore.
Quello che mi circonda non è più così terribile e pericoloso.
Il mondo che ho dentro ora non è più un territorio sconosciuto, è diventato familiare, ho cominciato ad osservarlo e a non giudicarlo e ora ho voglia di contemplare panorami diversi. 
Ho voglia di affrontare la vita, quella vera, quella che non necessita dell'assoluto controllo, quella che è in grado di stupire e di emozionare.
Il percorso continua.


lunedì 8 agosto 2016

Se la gente solo potesse comprendere...



Se chi mi ama solo potesse afferrare un lembo del dolore che provo...
Se solo potesse scorgere fra i miei sorrisi la paura di cadere e inciampare negli stessi errori..
Ma le persone non vogliono guardare il dolore... vogliono fingere che tutto sia bello e perfetto perché è lo stesso male che temono anche se poi non lo dichiarano apertamente.
Domani avrò la visita di controllo con la psichiatra e oggi mi trovo in un buio profondo che mi spaventa e che sgomenta chi mi vuole ancora stare accanto.
Sento il dolore del mondo che mi attraversa e che si frammenta.. come luce in un prisma.

domenica 7 agosto 2016

Terapia combinata





Fine della terza settimana di terapia.
Sono al ivello "prendi un farmaco per smorzare gli effetti dell'altro farmaco".
Terapia combinata... in realtà ti devi giostrare fra orari e pillole dimezzate che devono essere prese durante le 24 ore del tuo giorno che si spara sia meno pesante del precedente.
Quindi vai di antidepressivo durante il giorno, poi se ti da ansia giù di goccette di ansiolitico e alla sera un antipsicotico che grazie al cielo ti fa dormire.
Ora l'obiettivo è quello di contrastare questo periodo di alti e bassi che ormai pesantemente mi accompagna da un anno e mezzo... o forse da tutta la vita.
Ma a volte ancora il dolore si fa sentire ed è strano pensare che tutta la tua esistenza sia stata caratterizzata da un vuoto provocato da un'insufficienza di serotonina.
Ma allora la vita è solo chimica?
Emozioni, pensieri e sentimenti dipendono veramente solo dal funzionamento di neurotrasmettitori?
Il mio percorso continua ed é simile a quello di tanti altri... Ma a volte mi sento così sola. Mi guardo attorno e mentre vivo nel mio stand by emozionale osservo la vita che procede e pulsa nonostante il mio incedere insicuro.
All'esterno e dentro di me solo calma apparente, una condizione che ti rende socialmente compatibile e allo stesso tempo distante da tutto.

venerdì 5 agosto 2016


La rabbia e la frustrazione mi scorrono dentro, come acqua di un fiume in piena che travolge tutti i miei buoi propositi.
Mi sono perduta per l'ennesima volta nei meandri della mia mente. mi sento compressa dal mondo esterno che entra senza filtro, come se tutti gli argini che pensavo potessero tenere qualsiasi affronto fossero ceduti all'improvviso.
Vorrei urlare fino ad eliminare il dolore, ma urlare non serve.
Non serve nemmeno pensare di andare oltre, perché oltre c'è solo il baratro eterno del vuoto che ben celato continua a scavare dentro.
Dentro di me il vuoto, eterna fiamma del mio animo.
E tutto questo per una frase banale, una sola frase che ha risvegliato in me il senso di impotenza.
E' come una valanga che travolge quella me stessa che ero riuscita a conquistare.
Razionalmente so che è tutto frutto della mia mente e come vorrei che anche il mio cuore seguisse quel nuovo schema. Ma le emozioni mi travolgono quindi vai di ansiolitico.
Quelle gocce che bruciano le emozioni e che ti fanno sembrare tutto piatto e regolare.
Il piano inclinato del mio sentire ha trovato un nuovo assetto illusorio.
Ora sono calma e di nuovo mi ritrovo nell'affidarmi alla chimica per sanare quelle ferite che gli abbandoni della mia esistenza hanno provocato.

Ora tutto è calmo.
Mi guardo dentro. Era solo una frase come tante, di quelle che si dicono senza pensarci tanto sopra.
Nessuno mi sta abbandonando, sono solo inciampata lungo il percorso ma ora sono di nuovo in piedi e la strada è ancora lunga.

giovedì 4 agosto 2016

L'equilibrio



E' difficile prendere coscienza di quanto il disturbo possa essere così invasivo nella mia esistenza.
Ora conosco molte più cose di me stessa... del mio modo di intendere le relazioni, del mio modo di concepire la vita e i relativi successi e fallimenti.
Ma pur essendo cosciente del fatto che la maggior parte dei miei fallimenti è conseguenza degli schemi mentali che per anni mi hanno dato questa visione distorta dell'esistere, a volte mi ritrovo disarmata di fronte alla mia impulsività.
E' come se il mio lato oscuro prendesse il sopravvento...è come se avessi cominciato a conoscerlo, ma ancora non riuscissi totalmente ad accettarlo.
E di fronte all'ennesimo insuccesso,  che per me è ancora sinonimo di catastrofe,  mi ritrovo a darmi la colpa... a volermi annientare, persa in quella sensazione di non voler più esistere.
In questi momenti non vedo altro che la mia parte oscura, così imponente e così pesante e monolitica.
E' come se la sua ombra riuscisse ad ostacolare la visione di quanti mi stanno accanto, delle persone che vogliono aiutarmi, nonostante la difficoltà del vivere accanto ad una persona che da un momento all'altro non è più la stessa.
I farmaci mi stanno dando una mano, non ho mai avuto un'eccessiva fiducia nella chimica, ma riconosco che se non li prendessi i momenti di sconforto sarebbero ancora più difficili da gestire.
Oggi mi chiedo per quanto tempo ancora dovrò impegnarmi a rimanere in bilico fra la normalità e la follia... per quanto tempo ancora dovrò fare i conti con la mia mente e con il suo andare alle volte alla deriva.
Forse si tratta solo di portare pazienza e di concedermi il tempo di abituarmi a lasciare andare il dolore che a volte diventa così presente ed intrusivo.



martedì 2 agosto 2016

Psicofarmaci e sogni



Da 2 settimane ho iniziato la terapia farmacologica per debellare il mio disturbo, antidepressivo e anti psicotico, da una settimana ho interrotto l'ansiolitico, e devo dire che mi sento molto meglio.

Quello che ho riscontrato è un'insolita attività onirica; è come se ogni sogno mi portasse ad affrontare quelli che sono i nodi cruciali del mio disturbo.
Sogni nei quali vengo abbandonata, dove mi trovo in situazioni nelle quali le persone nelle quali confido mi girano improvvisamente le spalle umiliandomi e facendomi sentire come poco importante.
Una figura sempre presente è quella del mio compagno, durante il sogno ha atteggiamenti che mi umiliano, che mi fanno sentire poco importante e poco amata o che improvvisamente mi comunica un allontanamento.
Il giorno dopo rido con lui di quanto il mio cervello nella notte ha prodotto, ma la cosa più interessante è che nel sogno, mentre faccio esperienza di queste situazioni non vengo assalita dall'inquietudine e del vuoto che prima della terapia avvertivo. Affronto quanto mi sta accadendo con iniziativa, ma non con l'atteggiamento compulsivo che in tutti questi anni ha caratterizzato il mio comportamento.
Chissà... forse il mio inconscio sta lavorando per me...

giovedì 28 luglio 2016

L'abbandono




Ecco, basta così poco affinché tutto dentro di me crolli

All'improvviso mi trovo naufraga dell'esistenza... dove sono? Dov'è finita la persona che fino ad un istante prima credeva di esistere?

In questi momenti si tocca con mano il vuoto lasciato dall'illusione svanita di aver trovato me stessa.
Forse chi sono sempre stata non ero io.

Forse non ero altro che il riflesso sbiadito e distorto di quello che negli altri vedevo proiettato.

Ci sono cascata un'altra volta. Ho cercato negli altri chi ero e ora che gli altri non sono qui con me, io non esisto se non come fallimento totale.

Non sono altro che una corazza che cela il vuoto.

Non sono che una scorza, un packaging di un prodotto che non ha destinazione d'uso.

Dove sono? Il mondo mi è estraneo e io sono estranea a me stessa.
Il mondo invade totalmente la mia anima con le sue fratture decadenti e terribili.
Rabbia, frammentazione, paura, vuoto.
Quello che è fuori non è altro che il riflesso di quello che sento dentro.









sabato 9 luglio 2016

conoscenza e consapevolezza





In questi giorni leggo e rileggo tutto quello che riguarda il disturbo borderline...
Manuali, articoli, blog, forum... nella maggior parte di questi ti fanno sentire un po come una causa persa...
La sensazione di aver sempre vissuto in una costante situazione dicotomica mi è sempre più evidente.
Da una parte so che gli sbalzi d'umore, il senso di vuoto e la voglia a volte di rifugiarmi dopo le esplosioni di rabbia nelle mie solite modalità di abbassamento dello stress, sono parte del disturbo e non mi appartengono...

Ma conoscere è distante dal raggiungimento della piena consapevolezza...

Perché ogni esperienza del mondo rischia di entrare in te in maniera così invadente da far crollare la tua razionalità. In quei momenti sei un sentire senza mente. Hai il timore che tutto quello che è fuori da te, relazioni e condizioni di vita, possano sconvolgerti a tal punto da farti smarrire.
Quindi a volte riaffiora la necessità di isolarmi da tutto.
Suonare aiuta... perché il tuo isolamento porta comunque a qualcosa di costruttivo. Ti porta a focalizzarti sull'attimo presente... diciamo che è molto meglio del cedere all'impulso di abusare di farmaci o alcol.
Anche scrivere aiuta tanto... ma non sempre riesco, ci sono momenti durante i quali non riesco ad essere connessa con me stessa e la realtà.
In quei momenti dopo la tempesta di pensieri tutto si cristallizza. Per far comprendere agli altri quello che si sente spesso dico di essere annoiata, ma non è vera e propria noia.. è uno stato dove mi isolo totalmente da tutto quello che è esterno e che potrebbe farmi del male.

Insomma tutto continua ad essere bianco o nero, cattivo o buono, salvifico o nocivo...
Ora conosco la causa e se la conoscenza è il primo passo verso la consapevolezza spero che anche il sentire prima o poi si metta in linea con la mente.


giovedì 7 luglio 2016

Il vuoto suadente




A volte il mio cervello fa in modo che il pensiero scorra così tanto velocemente da rendere le cose difficili da circoscrivere ed analizzare.
Un'immagine, un ricordo, una sensazione, un sentimento... tutto si mescola e rende la realtà un non luogo, indefinito nel tempo e nello spazio.
E' difficile per me starci dietro... come posso pretendere che gli altri possano stare al mio fianco?

E' come se percorrendo un sentiero di montagna si cominciasse ad avvertire il rumore di ogni singolo scricchiolio provocato dai milioni di rami mossi dal vento... ogni singolo sfarfallio degli insetti... ogni singolo respiro degli esseri viventi che vi abitano... ogni minima dilatazione delle pietre che si scaldano al sole... e tutto questo non ti rende presente... sei immerso in un minestrone di sensazioni... alla fine ti perdi e non puoi far altro che rifugiarti nel denso silenzio del tuo vuoto.

Il vuoto è dolore e incomprensione... ma a volte è l'unico rifugio che conosci.
Li nessuno può vederti, perché in pochi sanno quello che si prova e diventi inattaccabile.
Sei prigioniero e custode di te stesso, il  vuoto è un falso salvatore della tua anima. Ti prende facendoti credere di essere protetto, ma alla fine isolandoti da tutto ti trasforma nel carnefice di te stesso.

Perdi di vista gli altri... il momento presente, la speranza futura... cominci a confonderti con quel nero profondo che ti ha illuso di essere protetta nella tua diversità e che inesorabilmente ti ha isolato e messa al muro.


Ma poi accade qualcosa di magico... il vuoto sembra svanito e quando riprendi contatto con chi sei veramente, ti accorgi che lui non è più parte di te, ma fuori rimangono i resti delle tue relazioni che quell'oscurità protettrice ha trasformato in carogne dalle quali cerchi nutrimento... e ti rendi conto di aver fallito con tutti per l'ennesima volta... quindi ritorni nel tuo guscio di dolore... perché pensi di non meritare altro che quello.